Negli ultimi anni, l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Architetto Junior ha subito una trasformazione preoccupante. La tendenza emersa, soprattutto a seguito dell’emergenza COVID-19, è quella di eliminare ogni distinzione tra le competenze dell’Architetto Junior e quelle dell’Architetto Senior, creando una situazione altamente destabilizzante per i candidati della Sezione B dell’Albo, rispetto ai temi, pur spesso complessi, affrontati negli anni precedenti alla pandemia.

La scomparsa delle differenze: una preoccupante evoluzione

Durante la pandemia, le modalità d’esame sono state semplificate, ma nel contempo è emerso un fenomeno inquietante: durante l’orale, le differenze tra Architetto Junior e Architetto Senior sono di fatto scomparse. I candidati alla Sezione B si sono ritrovati a dover rispondere a domande di complessità equivalente a quelle della Sezione A, con richieste che andavano ben oltre le loro competenze, come la conoscenza approfondita del Codice degli Appalti.

Questo ha reso la prova scritta del 2024 ancora più ardua e ha suscitato legittime preoccupazioni tra i candidati, che si sono trovati di fronte a un esame precedentemente pensato senza considerare le reali attribuzioni professionali dell’Architetto Junior, ma che ora li pone in una posizione di netto svantaggio.

Le tracce del 2024 sono, in molte sedi, sostanzialmente simili a quelle dell’Architetto Senior, con l’aggiunta di richieste riguardanti il computo metrico e i dettagli costruttivi.

Secondo il DPR 328/2001, le competenze dell’Architetto Junior sono chiaramente definite e delimitate. In particolare, all’Architetto Junior è riconosciuta la possibilità di progettare e dirigere lavori per costruzioni civili semplici, utilizzando metodologie standardizzate. Tuttavia, negli ultimi anni, l’esame sembra aver completamente recepito queste indicazioni, ma con la pretesa che i candidati abbiano una preparazione equivalente a quella degli Architetti Senior, con domande su normative complesse, urbanistica avanzata e regolamenti che esulano dalle loro reali competenze, al di là del Codice degli Appalti.

Questa tendenza post-COVID non solo complica il percorso di abilitazione per i laureati triennali, ma trasforma l’esame in una barriera complessa per chi ha seguito un percorso formativo accademico che non corrisponde alle competenze professionali dell’Architetto Junior.

 

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